Donne vincenti: Marinella Pettener


 

L'esperienza di una donna medico in Burkina Faso per conto dell'associazione MK onlus.

E il suo sogno di tornare e restare a lungo là dove tanti bambini malati hanno bisogno di lei.

Medico specialista in nefrologia, 52 anni, triestina Marinella Pettener ha trascorso un mese in Burkina Faso per conto della MK onlus  associazione dei Lions italiani contro le malattie killer dei bambini, che opera nel Paese grazie ad una convenzione con lo Stato africano finalizzata ad interventi umanitari, in particolare per giovani e bambini.

Come nasce la partecipazione a questo progetto?
"Da un sogno che, come medico, coltivavo da sempre. Grazie ai Lions ho potuto fare quest'esperienza che è andata oltre ogni aspettativa".

Cosa ha trovato laggiù?
"Un Paese poverissimo, senza risorse, dalle condizioni igieniche indicibili eppure con un sistema sanitario capillare, fatto di dispensari disseminati ovunque: i più semplici dotati solo di un ambulatorio 24h/24h, i più articolati con la farmacia, la maternità e una o più sale di degenza per l'osservazione. Strutture dove lavorano esclusivamente infermieri perchè i medici sono rarissimi e lavorano soprattutto nella capitale. Ci sono poi i Cren, centri per l'assistenza ai bambini malnutriti".

Che tipo d'attività ha svolto?
"I primi 15 giorni sono stata a Zinarie, cittadina a 50 km dalla capitale, ospite di un orfanotrofio di suore burkinabè dove ho visitato i bambini, lavorato al dispensario e al Cren. Poi mi sono spostata a Sabou, nel centro medico privato dei frati francescani: qui, grazie anche all'ottima qualità della struttura, ho fatto l'esperienza professionale più formativa".

Quali sono state le cose peggiori e migliori di questo mese africano?
"Le più toccanti la morte di 3 bambini: 2 neonati e 1 bambino di 8 anni deceduto per un "banale" attacco d'asma a 40 km da un ospedale dove potevano salvarlo. La più bella: la gratitudine della gente e la collana che mi ha regalato un ambulante quando ha saputo cos'ero andata a fare nel suo Paese".

Un sogno nel cassetto?
"Tornare per un periodo più lungo e magari vedere nascere un nuovo ambulatorio a Toècè, paesino poverissimo dove contiamo insieme all'Associazione italo-burkinabè di realizzare presto una struttura con i fondi dei Lions".


Articolo/intervista di Barbara Autuori, tratto da Nuovoconsumo - giugno 2012

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