"Addio al bar, ora allevo fagiani. E ho chiamato mio figlio Noè"

"Facevo la barista. Ora voglio allevare fagiani, starne, quaglie e pernici. Se amo gli animali? Il mio secondo bambino, che ha un anno e mezzo, si chiama Noè..."

Daniela Cantini, 39 anni, di Colle Val d'Esta, è una dei 634 "under 40" toscani che hanno scelto di tornare alla campagna, investendo in agricoltura.

E naturalmente su se stessi.

Sono loro che hanno fatto la domanda per il bando della Regione che distribuisce contributi (fino a 40 mila euro a fondo perduto, fino 130 per investimenti) destinati all'insediamento di nuove aziende agricole.

Daniela è insieme agli altri, all'Istituto Degl'Innocenti della Santissima Annunziata, per incontrare il governatore, Enrico Rossi, e l'assessore all'agricoltura, Gianni Salvadori.

Ma soprattutto è qui con la speranza dei soldi.

Perchè, Daniela, vuol fare l'allevatrice di selvaggina?
"Sono cresciuta in campagna e mi vanto di essere figlia d'arte: mio babbo Silvano alleva conigli. Poi si specializzò nella selvaggina. E' lui che aiuterà mio marito Bruno e me in quest'avventura".

Negli anni Cinquanta e Sessanta dicevano: la terra è bassa. E i giovani scappavano dai campi per sciamare nelle fabbriche...
"Il mondo è cambiato. Vede, un giorno, dissi a mio marito che era arrivato il momento di avere dei bambini: ma non volevo che crescessero dietro al banco di un bar. Meglio nel verde, a Boscona, nel comune di Colle... Prima nacque Gabriele, che ha 3 anni e mezzo. Poi Noè: nome che quasi sanciva la scelta".

Cosa prevede il suo piano imprenditoriale?
"E' uno degli investimenti più corposi fra quelli presentati alla Regione: 300mila euro.
Puntiamo a produrre 1.500 fagiani l'anno e centinaia di starne, quaglie, pernici. Stiamo anche aggiungendo i polli. Eppoi la grande scommessa...".

Quale?
"Un macello interno, perchè vede, nella nostra zona non ci sono macelli adibiti a carni volatili. L'alternativa era andare a Cortona, in provincia di Arezzo: operazione impossibile....".

In che senso?
"Bisogna avere almeno due mezzi refrigerati e farli partire con due persone. Il tempo che si perde, la benzina, l'autostrada. No, troppo costoso. Meglio mettere su il macello in proprio e lavorare selvaggina anche per altri".

Ha un portafoglio clienti?
"Sì, per ora un... portafoglino. Dove tuttavia ci sono già enti pubblici e privati e mense a chilometro zero".

Consiglierebbe la sua scelta?
"Si, a chi abita in altre province: per non avere concorrenti vicini".


Un articolo di Sandro Bennucci, tratto da La Nazione del 7 giugno 2012

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